Il Ruchè è un vitigno a bacca nera semi-aromatico, che popola da sempre i vigneti collinari del nord astigiano che il Gallesio individua nel 1831 nei dintorni di Portacomaro.

Numerosi sono i dubbi legati al suo nome, che in molti fanno risalire all’ormai scomparso monastero di San Roc, dove venivano coltivati i primi vigneti di Ruchè. Quello che è certo è che esso per lungo tempo non è stato un vitigno popolare, limitando la sua presenza a qualche sporadica pianta tra i filari di Barbera e Grignolino, veri protagonisti di queste colline.

Tutto questo cambiò con l’arrivo a Castagnole Monferrato di Don Giacomo Cauda, nel 1964. Appassionato oltre che di anime anche di vino, il parroco scoprì quest’uva semisconosciuta nella piccola vigna della curia. Entusiasta del vino ottenuto, lo cominciò ad imbottigliare. È così che nel giro di pochi anni il Ruchè è riuscito a farsi apprezzare in Italia e all’estero, grazie ad un inconfondibile timbro, fatto di grande intensità aromatica che accompagna note floreali e speziate.